Venerdì 01 Febbraio 2008 00:00
Scritto da Alberto Piastrellini
Mentre le notizie di cronaca martellano l'opinione pubblica come un bollettino di guerra riferendo una visione di per sé drammatica, certo, ma parziale, relativamente alla malgestione dei rifiuti nella regione Campania, il resto d'Italia si culla nella inconsapevole e beata illusione di trovarsi nel "giardino delle delizie", salvo poi ricredersi appena si staccano gli occhi dalla TV per guardare intorno al proprio microcosmo. Ebbene, in questa situazione in cui l'attenzione di tutti è incanalata verso un unico fenomeno macroscopico, ecco la "doccia fredda" del Rapporto Rifiuti APAT 2007 (che raccoglie e compendia i dati del 2006), il quale, presentato a Roma nella giornata del 6 febbraio alla presenza delle massime autorità dell'ambiente a livello nazionale, ha evidenziato piuttosto impietosamente luci ed ombre di una fotografia in chiaroscuro del Bel Paese. Malgrado proclami, iniziative locali e nazionali, dichiarazioni apodittiche e solenni prese di posizione, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici, conferma sostanzialmente quello che era già sotto gli occhi di tutti: la produzione nazionale dei rifiuti urbani cresce e si attesta, nell'anno 2006, a 32,5 milioni di tonnellate con un trend di crescita, rispetto all'anno precedente, superiore al 2,7% (che in peso corrisponde a circa 860.000 tonnellate di rifiuti). L'aumento più consistente, a differenza degli altri anni presi in esame dai precedenti Rapporti, si evidenza nelle regioni del Nord Italia (+ 3%) a fronte del quasi + 2,9% registrato nelle regioni del Sud e un piccolo, ma significativo, + 1,8% osservato nelle Regioni del Centro. Tuttavia, proprio in quella che apparentemente sembrerebbe "l'isola felice" d'Italia, si evidenzia il valore maggiore procapite nella produzione di rifiuti. Maglia nera, quindi alle regioni dell'Italia centrale che conquistano il triste primato con una quantità annua di rifIuti per abitante/anno quantificabile in 638 Kg. In seconda posizione, proprio gli abitanti del Nord (544 Kg) e "ultimi" in classifica quelli del Sud (509 Kg). Va detto, però, che in termini percentuali sono proprio le regioni meridionali a registrare gli incrementi più alti (circa il 3%) a fronte del + 2,4% delle consorelle del Nord e del decremento delle regioni del Centro (- 0,2%).
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